Il bruxismo è un atteggiamento che porta l’individuo a scaricare lo stress quotidiano prima serrando e poi digrignando i denti.

Questo fenomeno si evidenzia soprattutto durante il sonno, quando manca il controllo cosciente e quindi non si può controllare l’attività della muscolatura, e in tutti quei casi nei quali l’attenzione di un individuo può essere particolarmente concentrata in un’attività, ad esempio la guida di una vettura in condizioni di tensione.

Non possiamo considerare il bruxismo come un problema prettamente odontoiatrico se non in virtù dei suoi effetti.

Infatti l’origine è sicuramente da localizzare nell’iperattività muscolare indotta dal sistema nervoso centrale e quello che porta il paziente all’osservazione dell’odontoiatra, normalmente sono dolori alle articolazioni temporomandibolari (che connettono la mandibola al cranio) o disturbi ai denti usurati dagli eccessivi serramento e sfregamento.

Di fatto è possibile aiutare il paziente con atteggiamento bruxista difendendo i suoi denti, quando essi non siano troppo usurati, con una placca occlusale in resina da usare la notte e tutte le volte che la persona abbia la sensazione di accumulo di stress.

Questa placca non cura il disturbo, si limita unicamente a costituire uno scudo che assorba l’insulto meccanico del serramento.

A questo proposito mi preme sconsigliare l’uso di qualsiasi presidio di questo tipo costruito in gomma e non in resina dura perché la cedevolezza della gomma o della resina morbida, dopo aver ammortizzato, tendono a restituire l’energia ottenendo così il risultato di indurre un rischio di aumento dell’attività dei muscoli masticatori durante il sonno.

Nei casi nei quali la dentatura fosse talmente usurata da necessitare un restauro nei suoi elementi, sarà necessario che il dentista cerchi di recuperare, con appropriate indagini, l’originaria dimensione e altezza dei denti abrasi e che, dopo aver provveduto a consegnare al paziente idonee protesi provvisorie ed averne verificato l’effettiva portabilità, finalizzi il caso con elementi ceramizzati.

Anche in questo caso però sarà opportuno consigliare al paziente l’uso di una placca occlusale notturna al fine di preservare la riabilitazione ultimata.


Articolo del dott. Tullio Toti


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